Come per tutti i deficit, anche quello uditivo rappresenta una limitazione delle capacità, in questo caso di natura comunicativa e sociale. Appare quindi chiaro quanto il supporto e la partecipazione attiva dei familiari, o delle persone vicine al soggetto con perdita uditiva, sia fondamentale e rappresenti una vera e propria chiave per il successo di una riabilitazione uditiva. È importante ribadire come l’apparecchio acustico sia uno strumento necessario attorno al quale vi deve essere però un corollario di attività e accorgimenti da usare per migliorare la qualità di ascolto e della comunicazione.

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E poiché la comunicazione è sempre un processo almeno bilaterale è importante che anche le persone prossime al paziente con ipoacusia si impegnino nel favorire l'ascolto.

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Un modo di comunicare poco attento alle esigenze di chi ha problemi di udito è da considerare alla stessa maniera di una barriera architettonica per chi ha difficoltà di deambulazione.

È compito dell'audioprotesista, in sede di consulenza, ma anche nei momenti successivi all'applicazione protesica, dedicare dei momenti di informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento del parente/i del paziente da riabilitare. Tutto questo contribuisce anche a creare una maggiore fiducia e collaborazione con l'audioprotesista, nonché una rete di persone che collaborano e si sentono artefici del successo che una riabilitazione uditiva può avere. Nondimeno, per il paziente portatore di apparecchi acustici avere la percezione positiva di un aiuto concreto che arriva da più fronti è un grosso stimolo ad andare avanti nel suo percorso e a tener lontano qualsiasi intenzione di abbandonare gli apparecchi acustici nel cassetto.

Dott. Giorgio Pagnotta

Audioprotesista Master di Specializzazione in Protesizzazione e Riabilitazione Uditiva Infantile

www.cittadellinfanzia.it

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La salute NON può essere un’opzione