Accettare ciò che non puoi cambiare? Con la Pedagogia e il Counseling filosofico si può
Pubblicato da Dott.ssa Iolanda d'Abbruzzo in APPRENDIMENTO · Giovedì 06 Giu 2024 · 2:00
Tags: resilienza, pedagogia, filosofia, apprendimento
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Oggi, cari lettori, procederemo ad una lucida analisi filo-pedagogica su alcune situazioni esistenziali… Spesso, in determinate situazioni, è la persona interessata a dover ricostruire se stessa e la propria vita intorno ai cambiamenti che le accadono. Certo ha bisogno, in questo, di tempo, di elaborare il lutto che può essere di diverso tipo, soprattutto di essere ascoltata e capita. In ciò non sempre possono aiutarla tutti i professionisti delle relazioni d’aiuto, i quali, di certo, non sarebbero in grado di modificare o di ripristinare cose ormai modificate per sempre. Ecco che, a mio avviso, la Pedagogia con l'approccio educativo ed il Counseling filosofico possono aiutare la persona a ritrovare un senso alla propria esistenza attraverso strumenti quali l'ascolto attivo, l'empatia, un valido e forte abbraccio silenzioso, esercizi pratici, insegnando ad adottare un atteggiamento resiliente.
Non può, difatti, aiutare l'altro chi non vive le sue stesse esperienze, le sue stesse situazioni e i suoi stessi dolori, le sue stesse delusioni, i suoi stessi cambiamenti o "lutti".Il coraggio di dover accettare il non modificabile è, dunque, soprattutto in noi stessi.Detto ciò, occorre focalizzare l’attenzione sull’ex-ducere, cioè trar fuori le potenzialità che la persona stessa, a volte, non sa nemmeno di possedere. Questo lo fa il Pedagogista con l'Educazione. In tutto questo non c'è niente di patologico (tranne in altri casi di diverso genere). Trattasi di disagio esistenziale, non di disturbi psichici i quali sì hanno bisogno di interventi psicologici e/o psicoterapeutici. Dunque hanno ragione i consulenti filosofici a non parlare mai di paziente, bensì di cliente, perché chi ha bisogno di aiuto, nel caso specifico del disagio esistenziale, non è un paziente da curare, ma un soggetto attivo nella risoluzione e nel superamento di particolari periodi di vita, accettando ciò che non si vorrebbe. La tristezza, le emozioni non sono disagi o malattie per i quali o per le quali la persona dovrebbe essere definita un paziente, ma sono categorie filosofiche che da sempre hanno accompagnato e accompagnano l'essere umano, fanno parte di noi.Pedagogista Consulente Filosofico Bioetico e PedagogicoContinuate a seguire "Apprendimento e Relazioni".Leggendo attraverso anima e relazioni...