Disturbi dell’apprendimento: dal riconoscimento al training cognitivo. I risultati? Solo grazie al lavoro di squadra!

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Disturbi dell’apprendimento: dal riconoscimento al training cognitivo. I risultati? Solo grazie al lavoro di squadra!

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Pubblicato da Dott.ssa Marianna Albanese in PSICOLOGIA · Mercoledì 17 Gen 2024
Tags: dsaadhddisturbiapprendimento
I disturbi dell’apprendimento possono insorgere in COMORBIDITÀ (compresenza di più situazioni cliniche) con altri disturbi, ad esempio un bambino con Sindrome di Down potrebbe essere disgrafico, in virtù della possibile presenza di ipotonia muscolare che comporterebbe una oggettiva difficoltà nell'impugnatura e nella coordinazione. Così come un bambino disgrafico può essere anche discalculico, disortografico, ecc…
C’è familiarità? Sì: studi e indagini statistiche hanno dimostrato che spesso c’è FAMILIARITÀ. Questo non significa che se un genitore è dislessico tutti i figli avranno difficoltà di lettura, potrebbero esserlo tutti o nessuno; oppure si potrebbe riscontrare tale disturbo negli zii, nonni, cugini, ecc…

E’ bene precisare che la familiarità con i DSA non è sempre accertata.

Come ci si accorge? Siamo in terza elementare e il nostro bambino riferisce di vedere le lettere confuse mentre legge o di avere grandi difficoltà nei piccoli calcoli, come i fatti numerici (3+7 = 10); o confonde la scrittura di alcune parole con B/P, M/N, S/Z, ecc…; oppure è possibile riscontrare una irregolarità nel tratto grafico, per cui la scrittura risulta illeggibile o il tratto grafico è altamente discontinuo. I genitori e l’insegnante, in questi casi, concordano un percorso di recupero con esercizi dedicati per capire se, soffermandosi maggiormente su determinati concetti, è possibile lavorare sulle competenze. Quando avviare il percorso di riconoscimento di un disturbo dell’apprendimento? L’insegnante segnala ai genitori il fatto che il bambino a scuola, nonostante il percorso, non è riuscito a recuperare. In tal caso il genitore comunicherà tale informazione al pediatra di base che, consapevole dell’importanza di tale segnalazione, preparerà una richiesta di Visita Neuropsichiatrica Infantile.

A questo punto il bambino verrà sottoposto a test clinici per mano di esperti che identificheranno eventuali disturbi.

A conclusione dell’iter diagnostico, i genitori riporteranno a scuola la diagnosi redatta e, in base al disturbo emerso, verrà in tal caso attuato un Piano che rappresenta un PATTO tra la scuola, i genitori e i professionisti che lavorano con il bambino.

Il lavoro di equipe sarà FONDAMENTALE.

In cosa consiste e come fare Training Cognitivo? E’ fondamentale farsi seguire da professionisti del settore che sappiano ben interpretare i punteggi degli indici.


È possibile attuare interventi di Training Cognitivo che accompagnino il bambino nel processo di apprendimento: durante questi percorsi è possibile utilizzare PIATTAFORME DIGITALI che vengono calibrate in base al disturbo emerso e permettono di lavorare in studio, ma anche a casa. Il professionista ha la possibilità di monitorare le attività svolte dal bambino anche quando è impossibilitato a recarsi personalmente, assegnando attività e obiettivi da raggiungere.
Oltre al miglioramento della prestazione cognitiva, alcuni studi hanno dimostrato che un allenamento specifico e ben strutturato permette di cambiare aspetti strutturali e funzionali del cervello, grazie al fenomeno chiamato PLASTICITÀ CEREBRALE.
È possibile fare Training anche in età prescolare? Sì, per allenare attenzione, concentrazione, coordinazione motoria, area lessicale e morfosintattica, che vedono coinvolte più figure come logopedista, neuro-psicomotricista, psicologo, terapista del comportamento, ecc…

                                                                         
Psicologa, Psicomotricista, Criminologa

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La mente è solo una delle porte sulla vita...


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