Anziani Felici: Scopriamo Insieme la Pedagogia della Terza Età!
Pubblicato da Dott.ssa Iolanda d'Abbruzzo in APPRENDIMENTO · Lunedì 30 Set 2024 · 2:45
Tags: pedagogia, terza, età, anziani, vita
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La popolazione italiana sta diventando sempre più anziana dal momento che le nascite sono inferiori rispetto al passato. Dunque, le Scienze dell’Educazione devono interrogarsi su ciò, perché diventa sempre più importante una Pedagogia della Terza Età.Le Neuroscienze hanno dimostrato come il processo di apprendimento del cervello umano continua anche nella fase dell’invecchiamento della persona. Dunque l’apprendimento, le acquisizioni di consapevolezza, la conoscenza del nuovo non avvengono soltanto in determinate fasi della vita, ma continuano lungo tutto l’arco dell’esistenza dell’individuo.In ogni fase della vita c’è crescita della persona la quale può sempre realizzare pienamente sé stessa, la propria essenza, può acquisire la propria consapevolezza e saggezza e può chiedersi: “perché vivo?”. La vita, dunque, ha un senso in ogni sua fase, dal momento che in una vita viviamo tante vite circoscritte nei diversi periodi della nostra esistenza.Ebbene qual è il ruolo della pedagogia in questo scenario?Il pedagogista e filosofo Giovanni Gentile, nel suo saggio “Del concetto scientifico della pedagogia”, sostiene che la finalità della pedagogia sia la formazione dello spirito di ciascuno, quindi trattasi di una filosofia dello spirito. Giovanni Gentile sostiene che tutti, a qualsiasi età, ogni giorno, impariamo qualcosa, perciò non dobbiamo pensare all’educazione come a qualcosa da rivolgere soltanto ai bambini.
La persona è un essere dotato di spirito che, fino a quando esiste, apprende sempre, pur se in tempi diversi a seconda dell’età, ma non smette di apprendere.L’apprendimento dà speranza e la speranza è il motore della vita.Quindi è importante, oggi, recuperare la Spiritualità che dà il senso alla vita, le conferisce una direzione, permettendo alla persona di vivere meglio, unendo magari pratiche di lettura, di meditazione, di respirazione profonda, di scrittura (un esempio può essere il diario personale), di cultura, di nutrimento del corpo con cibo sano e genuino, di silenzio, di concentrazione, di stare un po' con sè stessi e con gli altri. A tali importanti pratiche bisogna formare sin da bambini, perché educarsi ed educare all'anzianità devono diventare lo stile di vita di ciascuno di noi.Bisogna pensare alla terza età, non come ad un futuro lontanissimo o quasi inesistente, bensì come ad un’età reale, esistente, già presente in noi sin dalla vita prenatale e non da temere o fuggire quando si è giovani.È necessario assumere la consapevolezza che sia noi che i nostri cari abbiamo ed hanno tale destino e che anche in età anziana si può dare un grande contributo alla società, per cui gli anziani non vanno abbandonati a loro stessi. Sono quegli stessi adulti forti ed in gamba che abbiamo conosciuto e vissuto, sono gli/le stessi/e bambini/e per cui abbiamo provato e proviamo tenerezza e nei quali e nelle quali vediamo dei piccoli uomini e delle piccole donne in potenza.<<Perché la società dovrebbe sentirsi responsabile soltanto dell’educazione dei bambini, e non dell’educazione degli adulti di ogni età?>> Erich FrommPedagogista Consulente Filosofico Bioetico e PedagogicoContinuate a seguire "Apprendimento e Relazioni".Leggendo attraverso anima e relazioni...