TAGLIO RITARDATO DEL CORDONE OMBELICALE

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TAGLIO RITARDATO DEL CORDONE OMBELICALE

Cittadellinfanzia

Il ritardo di oltre 3 minuti nel taglio del cordone ombelicale al momento del parto riduce il rischio di anemia nei neonati. Uno studio clinico pubblicato su “Jama Pediatrics” ha dimostrato l’utilità di attendere almeno 3 minuti prima di procedere. Nella primissima infanzia, anemia e carenza di ferro possono causare un’alterazione dello sviluppo neurologico che colpisce abilità cognitive, motorie e comportamentali. L’attuale terapia è a base di integratori di ferro, ma alcuni studi hanno dimostrato che la chiusura del cordone in ritardo potrebbe essere un’alternativa a basso costo per ridurre il rischio di carenza di ferro.

Il sangue feto placentare, trasfuso dopo il parto, infatti, aumenta i depositi di ferro nella prima infanzia. Fino a qualche tempo fa il taglio avveniva a pochi secondi dalla nascita, ma già da alcuni anni l’indicazione dell’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) suggerisce di aspettare da 1 a 3 minuti.

I ricercatori hanno esaminato l’impatto di una recisione tardiva del cordone in Nepal, un Paese con basso reddito e con un’elevata prevalenza di anemia. In uno studio condotto su  540 neonati inclusi nella sperimentazione clinica sono stati creati due gruppi: uno in cui il clampaggio del cordone è avvenuto intorno al primo minuto dopo la nascita ed un uno in cui è stato eseguito 3 o più minuti dopo. Dai risultati è emerso che a 8 mesi di età, nel gruppo dei neonati in cui il taglio era stato ritardato, il livello medio di emoglobina era maggiore e la prevalenza dell’anemia inferiore. Differenze che permanevano ancora all’età di 12 mesi. Lo studio, concludono i ricercatori, dimostra che il ritardo di 180 secondi è fondamentale per ridurre l’anemia in una popolazione ad alto rischio, con un costo minimo e senza effetti collaterali. Se questa pratica fosse attuata su scala globale, il numero di bambini affetti da anemia a 8 mesi di età calerebbe di 5 milioni, con particolari riflessi sulla sanità pubblica, specialmente in Paesi dove la prevalenza di tale patologia è molto elevata.

-   Medico Chirurgo-Specialista in Ostetricia e Ginecologia

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