SORELLE

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SORELLE

Cittadellinfanzia
Pubblicato da Vanna Dilernia in PENSIERI E PAROLE · 25 Novembre 2016
Tags: incontrospecialecompagnedivita


“Ne era assolutamente convinta, sicurissima e lo affermò subito, non appena i genitori le comunicarono la lieta notizia dell’arrivo di un pargoletto nella famiglia. Irene precisò prontamente alzandosi in piedi sulla sedia: ‘sarà una femmina, avrò una sorellina!’. Aveva tre anni e mezzo, una dolcezza sconvolgente e la fermezza di una signora ‘senza tempo’, sempre convinta e sicura delle proprie idee, sulle quali non si poteva, seppur possedendo un’ottima oratoria, contraddirla...
Aveva sempre una spiegazione per tutto e nonostante, al termine degli anni settanta, non vi erano strumenti per evincere il sesso del nascituro, lei era fermamente convinta che dentro il pacione della sua mamma stesse crescendo la sua sorellina.                                                                           
Sotto la frangia folta e bruna si nascondevano due occhioni neri e luminosi che da tempo sognavano una compagna di vita, molto più di una compagna di gioco, una persona da amare, con la quale crescere e scoprire il mondo...                
Lo sapeva e ascoltare i suoi racconti lasciava esterrefatti tutti per l’immensa tenerezza che racchiudevano: progettava il momento in cui avrebbe giocato con lei esaudendo ogni desiderio espresso, senza esitare, le coccole che le avrebbe riservato e le canzoni cantate con il suo preziosissimo microfono, offrendo veri e propri concerti dedicati...sarebbero state inseparabili...un’anima sola...
Sussurrava, diceva lei (in verità urlava barbaricamente), al pancione, facendo compagnia a quel piccolo germoglio di vita, dicendo di crescere bene, di crescere forte e di non preoccuparsi, perché era lì ad aspettare.                            
La immagino così: con quell’aria sognante che riscopro ogni volta che ci ritroviamo, in cui svestiamo i panni di ciò che i più conoscono e rivediamo, l’una negli occhi dell’altra, esattamente NOI!                                                    
Adoro pensare di aver capito immediatamente che quella capitatami era una vera fortuna, un incredibile regalo; penso di aver iniziato ad amare la vita, sin da subito, ascoltando il suono della sua voce, ricompensando la sua dedizione regalandole il mio primo sorriso, per farle capire che anche io non vedevo l’ora di essere sua sorella!                                                                     
Irene è stata ed è per Carlotta tutto ciò che aveva progettato e ancor di più: hanno riso, giocato, si sono protette vicendevolmente, costruito sogni e spazzato via delusioni, hanno pianto senza vergogna e delle volte hanno concesso l’una all’altra di detestarsi. Ci sono legami senza tempo, che vengono generati dal profondo del mondo, che si nutrono di attesa, rispetto, che crescono soltanto attraverso l’impegno, la fatica, il desiderio reale di viversi.                       
Essere sorella è una scoperta costante, una immensa possibilità di conoscere prima di tutto se stessi. La complicità, la comprensione, l’accettazione dell’altro e il conseguente volergli bene sono traguardi faticosi da raggiungere, che necessitano di pazienza, di continuo dialogo, porte sbattute, espressioni a “muso duro” e di silenzi pesanti. La fortuna di ricevere dal destino una compagna di vita bisogna nutrirla di responsabilità, di speranza e delle volte anche di perdono, perché solo chi ama veramente è disposto a rispettare profondamente l’altro, lasciandolo libero di essere!                                                                               
Ogni volta che incontro Irene, a quarant’anni di distanza dal nostro primo sguardo, provo sempre la stessa sensazione di accoglienza: i suoi occhioni neri, luminosi, brillanti e profondi mi riconducono a luoghi sicuri, emozioni importanti, ed ogni volta, come la prima,  confermiamo a noi stesse la gratitudine di esserci incontrate, il desiderio di continuare a viverci, la promessa di voler crescere ancora insieme, affinché l’Amore generi ancora Vita da raccontare...”




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