Cerchiamo di trovare un angolo del nostro cuore per SALVARCI!

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Cerchiamo di trovare un angolo del nostro cuore per SALVARCI!

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Pubblicato da Prof.ssa Elena Ventura in FILOSOFIA ED ETICA · 21 Dicembre 2017
Tags: destinoresponsabilitàfuturo
Sarebbe meraviglioso poter possedere quella macchina del tempo per poter fare un balzo indietro, arrivando nel punto esatto in cui è stato compiuto un danno e nel quale è possibile cambiare il futuro. Sarebbe bello pensare al tempo non come una struttura lineare, bensì circolare, in modo da poter fermare quell’insieme di cause che hanno determinato gli effetti devastanti che adesso osserviamo. Nel nostro territori, in senso locale, e sulla terra, in senso globale, questa azione sarebbe molto utile. Ecco, mi fermerei esattamente nell'attimo in cui quell'azione del singolo influisce a tal punto da irretire tante altre persone. Un solo cuore per mille altri cuori. E resterei a guardare, fino a che punto un individuo può ignorare le sue responsabilità sociali. SIAMO TUTTI COLLEGATI. Perché non lo si comprende?
Mi attanaglia vedere che in pochi lo capiscano.


Le azioni deleterie che io compio per nuocere a qualcosa, o a qualcuno, prima o poi si ritorcono contro di me, o peggio contro la mia comunità. I greci lo sapevano bene: il ciclo delle vicende umane, la colpa che ricade sui figli innocenti e vittime inconsapevoli, ma DESTINATE!

Ognuno di noi dovrebbe fermarsi a pensare al fatto che una nostra azione funesta determina danni a un’infinità di altre persone; la consapevolezza che una seppur piccola infelice azione dell’attimo presente, destina al dolore altri individui, anche in un tempo lontano, ci restituirebbe il concetto di RESPONSABILITA’.

Questo termine non ha più connotati definiti, non possiede più contenuti validi e condivisibili e, negli ultimi anni in generale, sembra fare riferimento solo alla responsabilità intesa come scelta che il singolo fa nel rispetto solo di se stesso.
E’ come se "miopicamente" si guardasse solo al proprio confine, quello del singolo individuo e della sua corporeità. E' come se non si riuscisse ad avere lo sguardo protratto ad una visione allargata dello spazio tempo… e della comprensione della relazione CAUSA EFFETTO.
Chi abita la vita in un tempo lontano da chi ha compiuto una malefatta, eredita una serie di situazioni funeste, sebbene colui che ha avviato per primo questo processo non ci sia fisicamente. Appare a tratti ingiusto, fa sentire DESTINATI a subire senza poter modificare la situazione; appare ingiusto perché al massimo la vita, nell’arco dell’esistenza, permette solo di contenere in parte gli effetti: le cause restano là... immodificabili!
Dunque, l'unica cosa che ci salva è restare sempre presenti a noi stessi in qualsiasi momento, nell'attimo esatto di qualunque scelta stiamo accingendoci a compiere.
Allargando le vedute al di là della nostra misera corporeità, abbracciando il destino futuro dei posteri, avremmo riservato anche per noi uno spazio di salvezza.    


Docente e counselor filosofico

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