QUALE È CANE ADATTO ALLA PET-THERAPY?
Pubblicato da Dott.ssa Patrizia di Lernia in PET-THERAPY E SOCIALE · 16 Giugno 2016
Tags: gregario, mitieverità
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E.Trumler nel suo libro “Il cane preso sul serio”, scriveva: “Un cane adulto è il risultato dell’azione combinata e reciproca di predisposizioni innate e degli influssi ambientali che su tali doti si sono esercitati. Entrambi, predisposizioni innate e influssi ambientali, rivestono uguale importanza nel decretare il risultato finale. Il più bell’albero genealogico non serve a nulla se un cane ha vissuto la fase evolutiva giovanile sotto cattivi auspici e parimenti, se il cane è naturalmente poco dotato, si può fare ben poco, anche offrendogli le migliori condizioni di vita”.
Quindi risulta chiaro che per delineare il “carattere” finale di un cane sia di estrema importanza avere, oltre alle caratteristiche attitudinali, anche un idoneo percorso di crescita. Sfatiamo il pregiudizio secondo cui un cane di razza può essere inserito in un programma di preparazione, avendo maggiori probabilità di trovare le caratteristiche attitudinali di base sulle quali poi andare a lavorare per mantenerle ed evolverle.
In un cane non di razza – incrocio o meticcio che sia – avremo una miscellanea di caratteristiche derivanti dalle varie razze, delle quali non sapremo la maniera con la quale si svilupperanno, se non durante e dopo la sua crescita: in questo caso potremo soltanto intervenire sui fattori ambientali per limitare i comportamenti indesiderati e sviluppare quelli desiderati.
Partendo quindi da soggetti non aggressivi ed intervenendo con un corretto programma di preparazione, educazione e socializzazione, risulterà possibile sviluppare quelle caratteristiche volute a noi utili e precedentemente elencate.
Prediligeremo quindi soggetti “gregari” ed ovviamente non potremo inserire nelle attività soggetti che, anche dopo un programma di preparazione, abbiano mantenuto caratteristiche di eccessiva reattività ed iperattività, che porterebbero ad avere reazioni estremamente imprevedibili a determinati stimoli, oppure, di contro, caratteristiche di estrema timidezza e diffidenza, che non permetterebbero un corretto e spontaneo approccio sociale.
Dott.ssa Patrizia di Lernia
Assistente Sociale - Operatrice di Terapia e attività assistita dagli animali
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