"Mi vuoi sposare?" Cosa si prova davanti a questa domanda?
Pubblicato da Vanna Dilernia in PENSIERI E PAROLE · 23 Dicembre 2017
Tags: matrimonio, vita, cambiamento
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Era una domenica come le altre, mancava una settimana, o poco più, al Natale, il freddo stava incalzando e iniziava a sentirsi aria di festa, tutto era perfetto, perché papà, anche quella domenica, accendesse il camino. Adoravo guardare fuori dalla finestra i nuvoloni bianchi muoversi compatti nel cielo mentre gustavo il calore del fuoco acceso, i profumi provenienti, poi, dalla cucina, mi facevano sentire al sicuro, esattamente nel posto dove volevo stare... Io e mia sorella eravamo felici, tra un bisticcio e l’altro giocavamo, disegnavamo attendendo che fosse pronto il pranzo. I miei genitori, indaffarati nelle rispettive faccende domestiche, parlavano da una stanza e l’altra, intessevano anche lunghi discorsi delle volte ed io, molto spesso, fungevo da eco, da ripetitore, a quelle parole che non arrivavano chiare ad uno dei due. Per noi figlie quella bizzarra modalità di comunicazione era il sottofondo alle giornate festive più belle, indimenticabili, ed indimenticabile quella giornata lo sarebbe stata davvero, però nessuno lo sapeva, ad eccezione del mio papà.Nel nostro alto e folto albero di Natale, spuntò magicamente un piccolo pacco che, sono sicura, cinque minuti prima non c’era assolutamente; fu mio padre ad attirare l’attenzione su quel particolare e mi chiese di mostrarlo a mia madre.Io e mia sorella ci fiondammo su quel bellissimo pacchetto, con quella delicatissima confezione e l’elegante nastro bordeaux; litigammo per alcuni secondi su chi dovesse prenderlo per prima, poi, facendolo quasi cadere per terra, decidemmo con un solo sguardo che io, la sorella maggiore, avrei dovuto richiamare l’attenzione di mamma.

Papà, intanto, aveva gli occhi dolci, di quando sta per commuoversi... “Mamma, guarda cosa abbiamo trovato nell’albero!”, urlai. Tutti noi sapevamo che quel dono era per lei... e anche mamma lo immaginò subito... Ricordo ancora la sua espressione di meraviglia autentica, di estrema tenerezza e lo sguardo nei confronti di papà: si dissero “ti amo” nello stesso momento, senza parlare... Il cuore mi batteva mentre mamma scartava quella scatola magica, io e mia sorella ridevamo di gioia, curiose come non mai di scoprire quale dono contenesse quel meraviglioso involucro. Un biglietto accompagnava quel regalo, un biglietto che mamma non riuscì neanche a leggere ad alta voce, parole che nessuno di noi dimenticherà più... Una domanda, in realtà, che la gente ‘ormai sposata’ non si rivolge mai, ma che il mio papà volle, come una dedica d’amore, proporre alla sua amata, dopo un bel po’ di anni di matrimonio. E’ da allora che ho una concezione sublime dell’amore, è da allora che ho capito che due che si amano devono dirselo sempre, che due che si desiderano devono chiederselo sempre:“Mi vuoi sposare?”.
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