IL PEDAGOGISTA E L’EDUCATORE PROFESSIONALE. EDUCAZIONE ALLA SPERANZA E ALLA BELLEZZA
Pubblicato da Dott.ssa Iolanda d'Abbruzzo in APPRENDIMENTO · 23 Settembre 2017
Tags: educatorescolastico, lastoriadllapedagogia
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Il problema fondamentale dell’uomo è stato, sin dai tempi antichi, quello di porsi domande sulla propria esistenza, sul senso della propria vita e delle proprie azioni. Le discipline che da sempre hanno cercato di rispondere a tali quesiti sono state e sono tuttora la Pedagogia e la Filosofia, dalla quale la Pedagogia e le altre Scienze dell’educazione sono state influenzate. Molti filosofi, infatti, sono stati anche pedagogisti, o comunque hanno affrontato tematiche riguardanti il processo educativo. Nell’articolo che oggi vi propongo, voglio parlarvi un po’ di pedagogia e, più specificatamente, dei professionisti di tale ambito disciplinare. Il termine PEDAGOGIA trae le sue origini etimologiche dalla lingua greca (“paidagoghía”: generare bambini, procreazione; “paidagogós”: pedagogo; “paidòs”: bambino; “ago”: guidare, condurre, accompagnare) dove significava il guidare, il condurre il bambino a scuola o in palestra da parte del pedagogo che gli insegnava anche la lingua greca. Nella Grecia antica, gli eroi dei poemi omerici, infatti, costituivano un modello valoriale e di comportamento sul quale era basata la formazione dei ragazzi. Dunque, quella greca è stata l’educazione più importante dell’antichità, dalla quale sono derivate poi l’educazione romana e, successivamente, quella occidentale in generale. Con la conquista della Grecia da parte dei Romani, infatti, il pedagogo venne chiamato “paedagogus” ed era considerato l’insegnante, indipendentemente dal suo stato sociale, termine che poi, in epoca medievale, stava ad indicare l’aiutante del re che si occupava dell’istruzione dei giovani principi e cortigiani, limitando l’aspetto educativo alle sole attività del leggere e dello scrivere.In seguito, la pedagogia è diventata scienza a tutti gli effetti. In quanto tale, infatti, ha un suo specifico OGGETTO DI STUDIO che, nell’accezione moderna, è diventato l’UOMO osservato durante l’intero ciclo di vita. Il fine euristico di tale scienza è, difatti, l’essere umano che si relaziona con se stesso (formazione) e con l’altro da sé (educazione). Nella società attuale, dunque, la pedagogia è la scienza umana che non si occupa più, come in passato, di studiare solamente il bambino, il suo apprendimento e la relativa educazione scolastica, ma osserva e analizza anche l’individuo in tutto il suo percorso di vita. Studioso della pedagogia è il Pedagogista, un professionista laureato Quadriennale Vecchio Ordinamento in Pedagogia o in Scienze dell’Educazione, o con specifiche Lauree Magistrali equipollenti, quindi un professionista con qualifiche dirigenziali, il quale possiede una formazione multidisciplinare che comprende la pedagogia, la psicologia, la filosofia, l’antropologia, la storia, etc... nelle rispettive e varie declinazioni. Al contrario di quanto comunemente si pensi, il pedagogista, dunque, non si occupa esclusivamente dell’infanzia, ma anche di adolescenti, di giovani, di adulti, di anziani e disabili. In particolare gestisce difficoltà relazionali tra genitori e figli, conflitti culturali, problematiche di natura sociale, inserimento delle persone diversamente abili, riabilitazione dei tossicodipendenti, reinserimento dei detenuti, potenziamento delle risorse umane. Inoltre, realizza consulenze in ambito giuridico, formazione aziendale e degli adulti, attività di orientamento scolastico e professionale, attività di sperimentazione, di ricerca e didattica, di progettazione educativa extrascolastica, di prevenzione e recupero dei settori socioculturali (ad esempio lavora in strutture pubbliche e private che erogano servizi culturali e ricreativi, quali biblioteche, mediateche, ludoteche, o servizi per la conservazione e la valorizzazione dei beni storico-artistici). Il pedagogista elabora, altresì, progetti per la formazione professionale, per l’aggiornamento, la selezione, la qualificazione e riqualificazione del personale all’interno di enti, istituzioni, strutture pubbliche e private, agenzie educative che si occupano, dall’infanzia all’età adulta, di persone con diversi e profondi bisogni particolari. Il pedagogista può lavorare, sia come dipendente che come libero professionista, in vari settori: scuole, università, centri di formazione professionale e di orientamento, strutture che erogano servizi di educazione ambientale (parchi, ecomusei, etc...), ASL (consultori e servizi di prevenzione), comuni, asili nido e cooperative sociali. Le competenze del pedagogista, dunque, riguardano fondamentalmente la direzione, la consulenza, la supervisione, la formazione, il coordinamento, la progettazione, la docenza, nelle seguenti aree: socio-educativa e socio-assistenziale, scolastica, giuridica e privata. Grazie alla progettazione, la pedagogia può realizzare un intervento educativo adatto ad ogni specifico contesto, perché non esiste un progetto educativo valido per tutti i soggetti e per qualunque ambito, bensì ogni situazione problematica viene analizzata per individuarne una possibile soluzione. L’intervento educativo “in situazione” viene realizzato dall’Educatore professionale, un professionista laureato Triennale, il quale ha il compito di educare, dal latino “educere” cioè “tirar fuori”, (che ricorda la maieutica socratica), cioè far emergere quanto di meglio la persona ha dentro, ossia valorizzare tutte le sue potenzialità. Quindi, mentre il lavoro del pedagogista avviene più su un piano teorico e progettuale, quello dell’educatore professionale riguarda soprattutto l’aspetto pratico, all’interno di strutture pubbliche o private, ed è finalizzato allo sviluppo del potenziale umano, cognitivo e creativo. Esso consiste in una relazione d’aiuto simmetrica tra educatore ed educando, basata sul prendersi cura dell’altro, sul farlo sentire a proprio agio, sull’empatia, sulla comunicazione efficace, sull’apertura all’altro, sull’ascolto attivo, sul rispetto dei suoi valori e delle sue idee. Tale figura professionale gestisce e realizza interventi educativi, individuali e collettivi, opera in situazioni nelle quali il disagio, o varie forme di diversità, possono compromettere la piena realizzazione personale e sociale dei soggetti, agendo sia sulle famiglie che sul contesto sociale degli individui. Per questo l’educatore professionale partecipa ad attività di studio e di ricerca, contribuendo alla formazione degli studenti o degli educandi in genere, realizzando la gestione diretta degli interventi educativi, individuali e collettivi, all’interno di ambienti pubblici e privati. Su entrambi i piani, teorico e pratico, il focus è il “cambiamento” in meglio della persona. La relazione educativa, cioè, aiuta l’educando a non perdersi, a comprendere che le crisi possono essere superate e considerate possibilità di cambiamento in meglio. L’educando viene guidato a compiere scelte più consapevoli e a ridefinire il proprio progetto esistenziale, a sviluppare le proprie risorse e raggiungere il benessere, attraverso l’apprendimento, cioè acquisendo maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità e capacità. Si sottolinea che il bambino, o comunque l’educando, è il protagonista attivo del processo educativo e non un ricevente passivo. Quindi, concludendo, il pedagogista è colui che applica le conoscenze che ha acquisito nel campo delle scienze umane e sociali, allo studio, all’elaborazione delle teorie pedagogiche e dei principi educativi che poi vengono messe in pratica dall’educatore. Spesso pedagogisti ed educatori lavorano assieme e, a volte, risulta difficile distinguerne i confini. E’sostanzialmente una distinzione di percorso di studi e di quantità di esami universitari sostenuti, di formazione, di competenze e di ruoli, ragion per cui il pedagogista include anche l’essere educatore, ma non viceversa. Molti pedagogisti, infatti, svolgono anche l’attività di educatore. Entrambe le figure professionali non possono prescindere dalle tre fondamentali coordinate dell’educazione (secondo i modelli teorici elaborati dai pedagogisti):Il sapere (le conoscenze teoriche).Il saper fare (le competenze pratiche o abilità).Il saper essere (modo in cui si mettono in atto il saper fare e il saper essere, cioè il mettersi in gioco).Inoltre il pedagogista e l’educatore professionale non insegnano, nel senso che non trasmettono nozioni, ma educano e formano i soggetti, in quanto trasmettono loro la speranza di un modo migliore di vivere, di guardare la vita con occhi diversi per coglierne la bellezza, dando un significato nuovo alla propria esistenza, attraverso l’individuazione di strategie di problem-solving. Il lavoro del pedagogista è anche un lavoro di team con varie professionalità quali educatori, insegnanti, consulenti filosofici, psicologi, logopedisti, ecc...Compito e senso della pedagogia, infatti, è fondamentalmente quello di guidare i soggetti verso la cura di sé e dell’altro, aiutandoli a migliorare il rapporto con se stessi e con l’altro, sviluppando un percorso attraverso il quale la persona venga facilitata a conquistare o ri-conquistare la propria umanità, la propria irripetibile individualità e la capacità di contribuire attivamente sia alla vita sociale che alla costruzione del mondo. Attualmente si distinguono molti settori della ricerca scientifica legati all’ambito pedagogico in sé e all’ambito pedagogico ad orientamento filosofico e alle Neuroscienze, quali, ad esempio, la Biopedagogia, la Neuropedagogia, etc... Ma per questo e altro ancora vi rimando ai miei prossimi articoli.Dott.ssa Iolanda d’Abbruzzo, Pedagogista - Consulente filosofico, bioetico e pedagogicoChiedi alla pedagogista di "Psicopedagogia". Leggendo attraverso anima e relazioni.