IGIENE DELLE MANI: PREVENZIONE DELLE INFEZIONI

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IGIENE DELLE MANI: PREVENZIONE DELLE INFEZIONI

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L’igiene delle mani è un fattore chiave per prevenire le infezioni in ospedale e a domicilio. La cute è l’organo di maggiori dimensioni del corpo umano (peso 5 kg e superficie 1,2-2 m2) e funge da barriera protettiva rispetto all’esterno. E’ fisiologicamente colonizzata dalla flora batterica, che si distingue in flora residente e flora transitoria.                                           
La flora residente ha una funzione protettiva, ma può diventare responsabile di  infezioni opportunistiche a seguito della contaminazione di siti corporei normalmente sterili e della cute non integra.                                                    
La flora transitoria si acquisisce durante il contatto diretto con le superfici ambientali contaminate e in genere causa infezioni. Le concentrazioni di batteri variano nelle diverse parti del corpo. La flora transitoria si rimuove più facilmente con il lavaggio corretto delle mani. Il Ministero della Salute stima che in Italia ogni anno si verifichino dalle 400.000 alle 700.000 infezioni in pazienti ricoverati, il 30% delle quali prevenibili. Il lavaggio delle mani si esegue con modalità e prodotti diversi in base alle mansioni  che si devono svolgere. Il lavaggio sociale e igienico, utilizzando acqua e sapone ha lo scopo di eliminare lo sporco visibile e la flora batterica transitoria; è raccomandato per proteggere il paziente e  l’operatore sanitario dalla trasmissione di infezioni da contatto, per via aerea e attraverso goccioline. Si esegue prima di manipolare farmaci o di preparare e servire alimenti. E’ poi necessario lavare le mani con acqua e sapone prima di mangiare, quando sono visibilmente sporche o contaminate con materiale proteico, sangue o altri liquidi biologici, o dopo l’uso di servizi igienici. Il lavaggio sociale deve durare dai 40 ai 60 secondi. La frizione alcolica delle mani, con una preparazione idroalcolica al 60-80% di alcol, associato a sostanze emollienti, ha come obiettivo l’eliminazione della flora transitoria e la riduzione della flora batterica residente o in alternativa può essere utile il lavaggio antisettico, con acqua e detergenti antisettici (come Clorexidina, Triclosan, ecc.). Il lavaggio chirurgico, per eliminare la flora batterica transitoria e ridurre notevolmente quella residente, si attua secondo procedure stabilite. Per la prevenzione delle infezioni è poi importante l’utilizzo dei guanti, che comunque non sostituiscono il lavaggio igienico delle mani. Vanno indossati quando c’è la possibilità di entrare in contatto con sangue o altro materiale potenzialmente infetto e non vanno utilizzati per più di un paziente. Vanno cambiati o rimossi dopo il contatto con il punto contaminato e prima del contatto con altri pazienti. Tutto quanto descritto dovrebbe essere alla base della formazione professionale degli infermieri e delle buone pratiche dei familiari del paziente, vista la tendenza attuale ad estendere l’assistenza medica a domicilio. Sono in atto Campagne nazionali ed internazionali: vale la pena ricordare la Campagna 2005 della Regione Toscana, che prevedeva, tra gli altri interventi, l’introduzione di un prodotto alcolico per la frizione delle mani, la formazione e la sensibilizzazione del personale e la Campagna “Save lives: clean yuor hands” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.). In linea con tale Campagna è in corso un’iniziativa in quasi tutte le regioni italiane, promossa dal Ministero della Salute e coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, che prevede la diffusione nei luoghi pubblici di dispenser con il prodotto idroalcolico per l’igiene delle mani, la diffusione e l’istituzione di corsi di formazione basati sui 5 momenti dell’igiene delle mani:
1) prima del contatto con il paziente;                                                 
2) dopo il contatto con il paziente;                                                                 
3) prima di procedure asettiche;                                                                   
4) dopo il contatto con fluidi biologici;
5) dopo il contatto con l’ambiente circostante il paziente.                                                                
In conclusione, tale abitudine a lavarsi le mani con più frequenza e con più attenzione dovrebbe svilupparsi nelle famiglie e proseguire nelle scuole. In alcuni casi, come ad esempio quando si è impossibilitati ad utilizzare acqua e sapone, può essere utile l’ipoclorito di sodio (Amuchina).  


Dr. Carlo Avantario  Medico Chirurgo-Specialista in Ostetricia e Ginecologia

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