Nella vita bisogna guardare sempre AVANTI!
Pubblicato da Dott.ssa Iolanda d'Abbruzzo in APPRENDIMENTO · 20 Dicembre 2017
Tags: felicità, spiritualità, serenità
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Cari amici lettori, eccoci giunti al Natale e alla conclusione di questo 2017! Sempre, durante gli ultimi giorni dell’anno, si fanno dei bilanci e delle riflessioni su ciò che è stato di noi, della nostra vita e della realtà che ci circonda. Ebbene, dopo aver trattato, in un mio precedente articolo, dello sviluppo spirituale dei bambini, riflettevo su alcuni pensieri di un grande filosofo americano, E. S. Brightman, che ho conosciuto durante il mio percorso di studi universitari, riguardo allo sviluppo spirituale dell’uomo di qualunque età. Ritengo, infatti, in collegamento con quanto scritto dalla prof.ssa Angela Bini mia collega redattrice, nella sua rubrica “Didattica e dintorni”, che, per migliorare la società attuale, sia necessario realizzare progetti educativi finalizzati ad orientare i ragazzi, i giovani, e in generale tutti, allo sviluppo della dimensione spirituale che, nella società attuale, si è smarrita e che, invece, è necessario recuperare. Il filosofo americano E. S. Brightman, infatti, vede nella decadenza dello spirito, nella mancanza della vita spirituale, nell’assenza del dialogo tra l’uomo e Dio, le cause principali della crisi dell’uomo contemporaneo, dell’affermarsi del nichilismo, della scomparsa dei valori fondamentali. Il filosofo americano sostiene che l’uomo deve dirigere i propri impulsi verso valori ideali, con l’aiuto dell’etica che è l’unica scienza che può condurci verso i valori. Inoltre sostiene che l’uomo moderno commette un errore quando vuole credersi ateo, areligioso o indifferente alla dimensione spirituale, perché, pur se ha tentato di farlo, non è riuscito a cancellare in lui “l’homo religiosus”.
La vita religiosa dell’uomo moderno, infatti, è inconscia; cioè la parte più profonda dell’uomo è legata ancora al mistero e al sacro che dobbiamo riportare alla luce.Brightman dunque ci porta a riflettere su una nuova forma di personalismo, cioè il personalismo teistico che pone Dio al centro della persona. Cioè l’uomo si realizza con Dio, per Dio, in Dio che è la sua unica possibilità di salvezza dalla situazione di disagio ed inferiorità in cui è caduto nella società contemporanea. Inoltre, dal considerare Dio come fine ultimo dell’uomo deriva un secondo elemento distintivo del personalismo di Brightman: la peregrinità, cioè l’uomo è pellegrino su questa terra, dato che non conclude qui il suo destino.Per il filosofo, essere persona significa agire. La persona, dunque, è azione, volontà, creatività.Quindi la filosofia di Brightman è focalizzata sull’importanza del valore di persona che è una delle grandi conquiste del Cristianesimo il quale le ha dato un nuovo significato, sottolineando la sua unicità e irripetibilità, indicandole i fini da perseguire per realizzare pienamente se stessa. La persona, ritrovando la propria dimensione spirituale, può aprirsi alla relazione interpersonale, trasformando la coesistenza in proesistenza, cioè trasformando il vivere con gli altri in un vivere per gli altri con generosità e dedizione. Quindi è importante la relazione tra Persona e Spirito, se si vuole diventare esseri spirituali, per creare valori nel mondo e per realizzare gli ideali. Per questo, Dio ci ha fatto dono del suo Spirito, per renderci persone nuove, trasformate e generate nell’amore che è il più inesauribile dei valori spirituali e che richiede la relazione delle anime a Dio e all’uomo. Nel mondo, l’amore è il più alto livello della “comunicazione” piena tra due persone che, pur distinte, costituiscono un tutt’uno. Il filosofo americano sostiene che la perfezione della vita spirituale è di solito il risultato di un cammino lento, impegnativo, non prevedibile, né costante, ma che assomiglia al pellegrinaggio del credente lungo le fasi della vita. Brightman, infatti, afferma che ciò che rende la vita ricca spiritualmente, piena, appagata e qualitativamente intensa non è la felicità che scaturisce dalla tranquillità, né quella che trae origine dal piacere, ma quella che deriva dall’andare avanti, dal salire, quindi dalla crescita interiore che permette di raggiungere un certo livello spirituale.

Il vero sviluppo spirituale quindi è guardare in avanti, è camminare verso Dio. La vita spirituale è personale, nel senso che la crescita dello spirito avviene totalmente all’interno della propria coscienza. Quindi il primo e più importante passo per realizzarla pienamente è capire se stessi e imparare a vivere con se stessi; il secondo è decentrarsi sull’altra persona, unendo le reciproche interiorità; infine focalizzare la propria attenzione su Qualcuno più grande di noi, subordinando la nostra vita alla Sua. Solo da ciò, infatti, deriva la vera felicità, dal crescere nel profondo di noi stessi, diventando padroni di noi stessi, dal congiungerci agli altri perché siamo corpi e anime fatti per completarsi ed unirsi, dall’abbandonarsi fiduciosamente in Uno più grande di noi, nell’amore di Colui che ci ha creati. RingraziandoVi, come sempre, della cortese attenzione che ponete e della curiosa e attenta lettura, nell’attesa di ritrovarci insieme nel nuovo anno, Vi porgo i miei più cari e sinceri Auguri di un sereno Natale e di un Nuovo Anno meraviglioso durante il quale possiate trovare la vera felicità, cioè quella che rende la vita ricca spiritualmente, piena, appagata e qualitativamente intensa, come ci indica il nostro Brightman.Bibliografia: Cfr. E. S. BRIGHTMAN, La vita spirituale (a cura di Michele Indellicato), Levante editori, Bari 2003.Pedagogista - Consulente filosofico, bioetico e pedagogicoContinua a seguire "Apprendimento"Leggendo attraverso anima e relazioni...