CHE GENITORE SEI? STILI EDUCATIVI A CONFRONTO

Vai ai contenuti

CHE GENITORE SEI? STILI EDUCATIVI A CONFRONTO

Cittadellinfanzia


Satir nel 1972 scrive: “Un bambino quando viene al mondo, non ha né passato né esperienza da cui trarre indicazioni per gestire se stesso, nessuna scala grazie a cui giudicare le sue capacità. Deve basarsi sulle esperienze che ha con le persone che gli stanno intorno e sui messaggi che esse gli inviano riguardo il suo valore come persona”. Molte sono le variabili che interferiscono nella crescita di un individuo e, una di queste, risiede nel modello genitoriale a cui ciascuno di noi viene a contatto sin dalla primissima infanzia. Non è, infatti, raro riscontrare correlazioni tra stili educativi e disturbi psichiatrici già in età evolutiva. Tra i modelli più noti che descrivono gli stili genitoriali vi è quello proposto da Diana Baumrind negli anni '70. Questo modello delinea quattro diversi stili: - autoritario; - permissivo;  - trascurante/rifiutante; - autorevole. Nel modello autoritario, le parole chiave sono: ordine, rispetto e regole. Spesso le regole vengono imposte senza possibilità di spiegazioni. Eventuali violazioni sono da considerarsi gravi errori e quindi punibili. I bambini, crescendo in un clima così rigido, vivono nella paura dell’errore sviluppando, conseguentemente, una forte dipendenza dagli altri. Anche l’autostima sembra non beneficiarne, in quanto persone cresciute sotto questo genere di modello, non riescono ad esprimere liberamente ciò che pensano e finiscono per assecondare il volere altrui, ma quasi mai quello proprio. Nel modello permissivo, si assiste ad una dinamica genitore- figlio totalmente opposta. Parole d’ordine sono: assenza di responsabilità, immaturità genitoriale, incoerenza. Ovvero, il genitore tendenzialmente permissivo non si preoccupa di “segnare” una strada precisa, ma preferisce lasciare suo figlio libero di scegliere. Tale libertà, spesso regala un falso e pericoloso senso di onnipotenza, ovvero: “come se” tutto dipendesse esclusivamente da loro. Le relazioni con i pari diventano così molto problematiche, perché centrate su un egocentrismo disfunzionale che sfocia in sentimenti di frustrazione e rabbia verso il mondo esterno che non è così disponibile ad accogliere e soddisfare le varie richieste del bambino a cui tutto vien concesso. Diverso ancora è quando il genitore è completamente disinteressato all’educazione dei suoi figli. In una simile situazione, i ragazzi non ricevono alcun tipo di sostegno. L’ascolto è assente, la comunicazione è autocentrata sull’adulto, le uniche preoccupazioni riguardano la propria vita e non quella del bambino o ragazzo. Il genitore trascurante/rifiutante, insomma, non ha alcun piacere da trarre nella relazione con suo figlio. Ci si aspetta, così, che il figlio trascurato manifesti a sua volta: scarsa maturità, tendenza al malumore, carente interesse a scuola, scarso controllo delle emozioni e degli impulsi. Infine, e certamente non per minore importanza, viene brevemente descritto il modello autorevole in cui la relazione tra genitore e figlio è in equilibrio. Il genitore autorevole, riconosce l’importanza delle regole, esegue un controllo moderato sui figli e, per quanto dia importanza ai risultati, è sempre ben attento a non sopravvalutare o sottostimare le capacità del bambino. La comunicazione risulta empatica, ovvero centrata sull’ascolto attivo delle emozioni dell’altro e lo valorizza pur ponendo in evidenza i suoi naturali limiti. Educa il proprio figlio alla responsabilità, all’espressione del pensiero e del “sentire” e con un fare volto all’autonomia, cerca di esporlo gradualmente, così allenandolo, alle difficoltà che la vita prima o poi gli presenterà. Il genitore autorevole, dunque, non teme la difficoltà ma coglie in essa un’importante occasione di crescita personale e interpersonale. Bibliografia consigliata: Bruno Bettelheim, Un genitore quasi perfetto, Ed. Feltrinelli; Poli O, Non ho paura a dirti no. I genitori e la fermezza educativa. Ed. San Paolo; Anderson E, Redman G, Rogers C (2001), Come sviluppare l’autostima del bambino” ed. TEA, Milano; Lucia Rizzi, Fate i bravi, ed. Bur, Milano.


Dott.ssa Annalisa Cagia - Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

chiedi alla psicologa di "Psicologia": http://tiny.cc/psicologorisponde




Editore: APS Città dell'Infanzia C.F.92072340729
© Copyright 2014-2019
Città dell'Infanzia
Direttore Responsabile: Serena Gisotti
Torna ai contenuti