CAOS, DISORDINE E VITA

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CAOS, DISORDINE E VITA

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In principio era il caos, una miscela disordinata di materia dalla forma indefinita e indescrivibile. A suo interno cielo, mare e terra. Il caos, nella mitologia greca, era comunque una divinità generatrice, ma la cui prole era rappresentata da divinità enigmatiche e, a tratti, capricciose: il destino o fato, divinità incomprensibile e potentissima a cui tutte le altre erano sottomesse e dovevano obbedire, poiché i suoi decreti erano inesorabili. Ma anche altre divinità ebbero origine dal caos: Erebo, abisso senza fondo, le cui costituenti erano soprattutto tenebre; la Notte, buia ed enigmatica, ma necessaria agli uomini, perché dispensatrice di buoni consigli e riposo; le tre Moire o Parche, sorelle delegate a tagliare il filo del destino; la Discordia, la Vecchiaia, la Concordia, l'Amore o Eros, il giorno Urano, cioè il cielo, e Gea, la terra; così,grazie all'amore, cominciò a delinearsi il cosmo passando dalla situazione di caos all'ordine del diverso. Il termine caos, di origine greca, significa letteralmente "essere aperto", spalancato. Nel nostro linguaggio attuale indica la grande confusione, il grande disordine delle cose, ma anche il disordine dei sentimenti. In matematica e in  fisica il termine caos è assunto soprattutto nello studio dei cosiddetti Sistemi Complessi. Non è difficile fare un salto dal caos dell'universo e della natura al caos e al disordine nell'uomo e nella sua esistenza."Bisogna avere del caos dentro di sé per generare una stella danzante", così si esprime Nietzsche in "Così parlò Zarathustra". "Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose", così si esprime Pirandello nella saggia interpretazione dell'uomo! Dunque, il caotico, lo smisurato dentro di noi è necessario, è forza immanente dell'esistenza e necessaria all'evoluzione. Anche Carl Jung affermava che in ogni caos esiste un cosmo e in ogni disordine un ordine nascosto. Dunque, filosoficamente ci è permesso pensare al caos come movimento del molteplice come disordine della pluralità come confusione delle parti come non collocazione  della complessità, confusa disordinata, per poi pensare ad una unità ordinata stabile e comprensibile.In fondo anche Pascal affermava che possiamo conoscere un tutto solo se conosciamo le parti in modo specifico,e comprendere le parti solo se conosciamo il tutto...dunque ...è percorso obbligato il passaggio dal tutto complesso all'ordinato quale processo di conoscenza non solo della natura ma anche della nostra singola soggettiva infinitesimale esistenza. Quindi probabilmente anche il processo di conoscenza passa attraverso un  primo "vago afferrare della realtà", quale percezione magmatica e inconscia, un po' secondo il modello di Leibniz e un successivo stadio di  separazione me/altro che, di per sé, comporta una limitazione. Dunque, la complessità delle nostre esistenze è un qualcosa che sta sul confine tra ordine e caos. Cosa ti ho voluto dire finora, lettore che sicuramente sei arrivato a leggere fino qui? Che la vita è un flusso perenne, è un processo continuo di cambiamento, in cui sempre nuove e imprevedibili perturbazioni ci portano sull'orlo del caos, per dirla con Eraclito, ma anche che esiste anche un'armonia nel disordine che dobbiamo sforzarci di vedere; che esiste un COLOSSALE processo costituito di mutamenti e il nostro compito è la ricerca dell'inaccessibile, del nascosto, dell'insperato. Anche la conoscenza di noi stessi passa attraverso la conoscenza della dialetticità e dell'armonia ad essa soggiacente. L'armonia, certo, perché se le cose non cambiassero le nostre esistenze sarebbero rigide e morte e se cambiassero troppo sarebbero, comunque, morte per eccesso di cambiamento. Il cambiamento, come afferma Bion, è potenzialmente catastrofico, perché reca in sé una perdita di sicurezza, ma anche la possibilità di una rigenerazione. Restiamo sani, finché la nostra vita è caratterizzata da paure, dubbi, frustrazioni e cambiamenti...disordinati e caotici...                                                                                                                      RESTIAMO VIVI!

 

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